Pietanze

     Le crespèlle - Morbide ciambelline di farina lievitata, fritte in padella con olio d'oliva abbondante e cosparse di zucchero.

     La menèstra - Pane raffermo fatto a pezzetti  e innaffiato abbondantemente con brodo di carne di maiale (ottimi gli ossi di prosciutto spolpato, le cotiche, gli orecchi, i piedi ecc.), fagioli, sedano e verdura varia. Versato il brodo, si ricopre la pietanza con un piatto rovesciato e si avvolge il tutto in un panno per qualche tempo, per consentire ai sapori di amalgamarsi in giusta misura.

     La ‘mpanata - Pezzetti di pane immersi in acqua o, molto meglio, in siére[9] insieme con ricotta fresca sminuzzata finemente. Ottima quella preparata in montagna, dentro la casèlla del pastore (però pare che provochi la  diarrea: sarà per l'altitudine?).

     La panónta - Fette di pane, possibilmente fresco, abbrustolite sulla brace e cosparse di olio di oliva. Se fatta all'interno dei vecchi frantoi (dove ancora si accende il fuoco per  scaldare l'acqua), la panonta assume una fragranza tutta particolare.

     La panzanèlla - Fette di pane raffermo ammollate in acqua e ricoperte con pezzetti di pomodoro maturo, fettine di cipolla, basilico, olio d'oliva, aceto e sale fino.

     Le patate sott’aglie cuóppe - Spaccate le patate in due, si salano nella parte tagliata con sale fino e si mettono a cuocere sotto aglie cuóppe[10], avendo l'accortezza di appoggiare la parte tagliata sul piano del  focolare preventivamente reso ardente e quindi pulito con un panno bagnato.

     Glie peccellate o ceppellate - Focaccia di farina di grano lievitata, cotta al forno senza aggiungere altri ingredienti, generalmente a forma di animale.

     La pelènta - Si mette a bollire l'acqua nel caldaio, si versa lentamente la farina di mais come se si volesse sbriciolarla con le dita di una mano, mentre l'altra mano fa girare il matterello nell'acqua. L'impasto che si va formando, quando appare omogeneo e ben cotto, si versa ‘ncim'aglie taveruózze o dénr'alla scifa, si stende in modo uniforme fino a formare uno strato di 2-3 cm. di spessore, si condisce con sugo di carne (ottima quella di maiale, specialmente se unita a salsicce), si cosparge abbondantemente di formaggio pecorino e... prego, i commensali sono serviti, si accomodino e buon appetito.

     Da qualche tempo, purtroppo, è invalsa l'abitudine di versare la polenta dentro scifette di legno o addirittura in piatti di porcellana, uno per ogni commensale. Orrore! E' un'offesa alla tradizione ed al buon gusto. La polenta o si versa e si mangia in un unico grande piatto, scifa o taveruózze che sia, in modo che tutti si siedano intorno e mangino ciascuno dalla propria parte oppure non si deve mangiare affatto, perbacco. Ma a chi lo dici? Insistere è tempo perso.

     La pigna - Dolce pasquale fatto con farina di grano lievitata, uova, latte, zucchero, semi di finocchietto selvatico e pezzetti di cedro, uvetta passa ed altri canditi. Cotto al forno in teglie apposite (generalmente di forma circolare), si conserva per lungo tempo.

     La pizza róscia - Focaccia di farina di mais cotta al forno o sotto il coppo o in padella (in quest'ultimo caso bisogna ungere il recipiente con un po' d'olio o di strutto), a volte imbottita di verdura (cicoria o rape) o inseminata di ciccioli di maiale.

     Le stregliòle - Focacce, normalmente non lievitate, di farina di grano o di mais, fritte in padella con abbondante olio d'oliva.

     Glie terceniéglie - Ciambelline di farina e pasta di patate (in minima quantità) lievitate, fritte in olio d'oliva e, se si vuole, cosparse di zucchero. Se, oltre alle patate, si vogliono aggiungere pezzetti di baccalà o di cavolfiore o semi di finocchietto selvatico, il dolce diviene ancora più sfizioso.

     Tagliarine i faciuóre - Fettuccine di farina di grano fatte a mano lavorando di stenneture e taveruózze, cotte in acqua e condite con sugo di pomodori, con aggiunta di fagioli, cotiche e sedano cotti al focolare dentro la pegnata.

   

 

[9] Parte acquosa del latte, scartata in seguito alla lavorazione del latte.

[10] E' una teglia di lamiera che, rovesciata, copre la pietanza posata sul piano del focolare, preventivamente pulito con scopetta di saggina e straccio inumidito con acqua. Il coppo, ricoperto di brace e tizzoni ardenti, costituisce un vero e proprio forno ed è molto indicato per cucinare polli, pesci, patate, pizze ecc., che assumono un gusto tutto particolare.