ALCUNE PREGHIERE

 

Bella Vergine Maria,

che al tuo figlio siedi accanto,

sotto al tuo pietoso manto

che m'accogli, per pietà.

Sotto al tuo pietoso manto,

madre mia, bella Maria,

questo corpo e l'alma mia

voglio sempre custodir.

Maria vergine,

mamma immacolata,

mi metto sotto

al santissimo manto tuo.

Libberami dal peccato,    

fate santa l'alma mia,

fate puro il cuore mio,

esaudisci di buon cuore

queste sante orazione,

dàcci a tutti la vostra santa benedizione,

noscremprolepìa[1],

o dolcissima Vergine Maria.

Amen.

                    *                  

Quelle figlie e quelle spose

che son tanto tormentate,

Gesù mio, voi l’amate,

consolatele, per pietà.                               

Portatele, Signore,

alla vostra gloria,

dove esse vi lodano,

vi benedicono,

vi ringraziano per tutta la Ternità

e dal cielo. Amen.

                    *

Aneme sante, aneme purgante,

repesate tutte quante,

repesate ‘nchempagnia,

ciénte rrèqueje[2]Dia ve dia.

Comme vedéte,

quescì  prevvedéte,

sèmpre refrescate[3] voi siéte.

Amen.

             *

A lètte, a lètte ce ne iame

i quattr'angele trevame,

i quattr'angele de Dia

sta a refà glie liétte mia,

du’ da piéde i du’ da cape,

Gèse Criste agli atre late.

Gèse Criste me le disse

che pavura nenn'avésse[4]

né de dì né de notte

fine aglie punte della morte.

Amen.

                    *

Bella Madonna mia

vestuta da menachèlla,

lìbberane chésta notte,

nne me fà merì de mmala morte.

Chenfessate, chemmenecate,

racchemmannàteme alla santissima Trinità.

Amen.

          *

                 Alla Madonna del Vallone[5]

Salut’a té, Vérgene santa,

patriarca deglie Paradise.

‘Na grazia te la chiéde

i te l’addemmanne:

famm’èsse dégna deglie Paradise.

          *

Santa Barbara iva pe glie campe,

iva trevènne glie Spirde Sante,

trevà santa Lesabbétta,

scànzane lampe, truóne i saétte.

            *

San Pasquale Bailonne,

pretettóre  delle donne,

ie te prèche, san Pasquale,

famme trevà ‘ne biéglie marite

bianche, rusce i quelerite

comm'a voi  tale i quale,

glorïóse san Pasquale.

    *      

 

     Fino a non molti anni fa alla vigilia di Natale, dopo il cenone[6], il capofamiglia ripeteva per 100 volte:

        

     "La notte di Natale è notte santa,

      nasce Gesù Bambino alla capanna."

 

     Poi ripeteva per altre cento volte facendosi il segno di croce:                                                                                                  

 

     "Vattene via, falso nemico,

     quest'alma mia non l'avarrai.

     Ho fatto cento croci in vita mia,

     le ho fatte la notte di Natale.

     La notte di Natale è notte santa,

     nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo."

         *

Ninna nonna, ninna nonna,

s'è ‘mbandata[7] la Madonna,

è fatte ‘ne biéglie fegliuóle

che se chiama Salvatore.

Salvatore va pe la casa,

la Madonna ce da ‘ne basce,

‘ne basce i ‘na carézza,

figlie mia, che quententézza!

San Gesèppe fa la fascia,

la Madonna glie renfascia,

puó glie métte aglie lettine,

fatte la ninna, Gesù Bambine.

*

     Fino alla metà del secolo scorso una forma particolare di devozione era quella di abbigliare un bambino come la Madonna dell’Addolorata (saio nero e piedi scalzi) o, più spesso, come Sant’Antonio da Padova (saio marrone con cordone, piedi scalzi e capelli tagliati in tondo a forma di zucchetto), per proteggerlo dai mali del mondo (malocchio, febbri alte ecc.) o per voto fatto dalla mamma. Nei vicoli e nelle piazzette del paese ogni tanto si vedeva qualche bimbo così conciato, mentre zampettava allegramente in mezzo agli altri bambini (vestiti normalmente), senza che per questo la gente si meravigliasse più di tanto.

     “Salut’a tè, Vérgene Santa…”



[1] Verso incomprensibile. Probabilmente sta per “nos cum  prole  pia” (noi insieme con la prole pia).

[2] Grazie, suffragi, indulgenze.

[3] Ricordate con la preghiera, la quale accorcia il periodo della penitenza a chi soffre le pene del Purgatorio.

[4]A Forcella, a partire da questo verso, si ha un'altra versione:“...che venìsse i m'addermìsse./ Sante Mechèle Arcàngele,/ ie te vuóglie sèmpre accante, / cómme a figlie 'e Tebbìa / questedìsce l'alma mia.”

[5] La cona della Madonna del Vallone si trova a monte della rotabile Collicello-Viapiana, lungo il sentiero che anticamente collegava la zona di Colledardo-Viapiana con il capoluogo. Vi è l’immagine del Cristo in croce con la Madonna e la Maddalena ai due lati e, sullo sfondo, un paese che probabilmente rappresenta Gerusalemme. La cona venne edificata nel 1573, come si legge in L. Caira e V. Orlandi, XIV Comunità Montana Valle di Comino, Printhouse S.r.l. - Castelliri (Fr) 1997, p. 39.

[6] Si componeva di nove pietanze: spaghetti con alici, spenaròle o altro pesce fritto, verdura, crespèlle, cricche o fenuócchie ‘ mpastecciate, castagne secche cotte in acqua, noci e lupini. Di ogni pietanza doveva restare una piccola parte per permettere a Gesù Bambino di mangiare nel caso che avesse avuto fame. Durante la cena, nel focolare ardeva glie ciuócche che il capofamiglia aveva acceso dopo essersi fatto il segno di croce; ardeva per tutta la notte e ciò che di esso restava, veniva conservato e riacceso durante i temporali per  attenuarne la violenza. Anche gli animali alla vigilia di Natale mangiavano meglio: cibo scelto e più abbondante, poiché a mezzanotte in punto essi si mettevano a conversare con Gesù Bambino.                                                                                                              

[7] O “’mbadata”. E’ voce di origine abruzzese-molisana e si riferisce a persona che è particolarmente occupata, affaccendata. – in Ernesto Giammarco, Dizionario Abruzzese Molisano, Roma 1990.