LA SOCIETÀ OPERAIA DI PESCOSOLIDO

THE SOCIETY WORKER OF PESCOSOLIDO

La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pescosolido nacque a Detroit (U. 5. A.) nel 1923.
I "primi soci e fondatori " ne furono alcuni pescosolidani che lì si trovavano a lavorare e precisamente Giuseppe Catenaro, che fu eletto presidente, Antonino Macciocchi fu Loreto, vicepresidente, Giuseppe Corsetti fu Luigi, segretario di corrispondenza e finanza,
Giovan Battista Marrone fu Giuseppe, tesoriere, Giuseppe Guida fu Antonio, curatore (o sindaco), Domenico Sarrecchia fu Luigi, curatore, Pasquale Ciccolini fu Angelo, portabandiera, Bernardino Toto, maresciallo, Vincenzo Ascione fu Angelo, Pasquale Cancelli fu Giuseppe, Croce Cappuccitti, Pasquale Catenaro di Angelo, Antonio Cianfarani, Giovanni Cianfarani, Raffaele Cianfarani fu Filippo, Salvatore Ciccolini, Giulio Ciccone fu Angelo, Costantino Corsetti di Donato, Bonaventura Guadagni, Loreto Guadagni di Domenico, Vincenzo Guadagni fu Luigi, Giovanbattista Marrone fu Amedeo, Carlo Minolli, Antonio Rea, Ferdinando Rea fu Marco, Giuseppe Sarra fu Pietro, Antonio Scappaticci fu Francesco, Giuseppe Scenna fu Michele, Valentino Simone, Domenico Tersigni di Daniele e Giuseppe Tersigni di Daniele.
Erano 31, "tutti residenti di Detroit Mich., S. U. A." Lo scopo che essi si proponevano di raggiungere, era uguale a quello degli iscritti alle altre Società Operaie:
aiutarsi a vicenda in caso di bisogno (morte, malattia, disoccupazione ecc.).
Poiché allora non esistevano le provvidenze di cui oggi tutti indistintamente usufruiamo:
indennità di disoccupazione, ferie pagate, assegni familiari, congedo per malattia retribuito, liquidazione per fine del rapporto di lavoro, pensione di vecchiaia o di invalidità, assistenza sanitaria gratuita ecc. ecc. erano tutte cose sconosciute, inimmaginabili, ancora molto di là da venire. Allora ognuno veniva retribuito in base alle giornate lavorate (non alle ore, poiché si lavorava quasi sempre dall'alba al tramonto, in tutte le regioni ed in tutte le stagioni). Le giornate non lavorate (per maltempo, malattia o altri motivi)
non venivano retribuite. Sicché il problema era quello di lavorare sempre e comunque e, se possibile, anche nei giorni festivi ( ma la Chiesa lo vietava). Ogni operaio serio e responsabile specialmente se aveva a carico una famiglia numerosa, non dimenticava mai di raccomandarsi fervidamente al Padre eterno affinché gli desse la salute per continuare a lavorare. Poiché sapeva, l'infelice, che se fosse stato costretto ad interrompere il lavoro, ogni paga sarebbe cessata per lui e la sua famiglia sarebbe precipitata nell'indigenza più nera. Ma ovviamente il Padre eterno non sempre dava ascolto alle preghiere che gli venivano rivolte (sappiamo bene che i disegni di Dio sono completamente diversi da quelli concepiti dalla mente umana); sicché malattie, disoccupazione, servizio militare e vecchiaia erano sempre lì, dietro l'angolo, a perseguitare ed a rendere difficilissima l'esistenza dell'operaio. Perso il lavoro e ridotto alla disperazione egli, se poteva, andava a chiedere aiuto a chi si trovava in condizioni migliori, impegnando ciò che possedeva: un po' di biancheria, un po' d'oro, un campo, una casetta. Ma siccome alla scadenza non riusciva a restituire quanto aveva avuto in prestito,
perdeva anche quello che aveva impegnato. E miseria si aggiungeva a miseria. Facendo parte della Società Operaia, invece, i soci potevano vivere con relativa tranquillità, poiché sapevano che, in caso di bisogno, avrebbero ricevuto un aiuto, se non risolutivo,
almeno bastevole per non morire dì fame.
Varie erano le forme di assistenza.
In caso di malattia, se totalmente inabili e costretti a letto, i soci ricevevano nei primi tre mesi 35 lire settimanali (a partire dal settimo giorno di malattia), per altri tre mesi 25 lire settimanali, per i successivi 3 mesi 15 lire settimanali e per gli ultimi tre mesi lire 7,50.
Se invece non erano costretti a letto e potevano fare " i lavori di casa o di direzione in campagna", ricevevano la metà dei sussidi sopra specificati: lire 17,50 nei primi tre mesi, 12,50 nei successivi tre mesi ecc. Però c'era un limite: chi in un anno aveva usufruito di tutti i sussidi sopra indicati, per i successivi due anni, a partire dall'ultimo sussidio, non poteva riscuoterne altri. Oltre che del sussidio, i soci malati potevano usufruire di tre visite mediche settimanali, "se necessario". Nel 1929 il dottor Domenico Porfidia, medico condotto del paese, si impegnò a curare "di qualsiasi malattia i soci tutti della società operaia di mutuo soccorso
di Pescosolido" dietro un compenso forfettario annuo di 200 lire
"quale abbonamento dei soci tutti in caso di malattia",
A partire dal 1931 le visite mediche furono estese anche ai familiari.
Fu ancora il dottor Porfidia che si impegnò a prestarle, ma a condizione che i familiari facessero "abbonamento mediante lire dieci a testa ".

(stralcio da LA SOCIETA' DI MUTUO SOCCORSO  DI PESCOSOLIDO  di Ottavio Cicchinelli )

The Society Worker of Mutual Help of Pescosolido was born in Detroit (U. S. A.) in 1923.
The "first partners and founders " were some pescosolidanis of it that there they were found to work and precisely Joseph Catenaro, that was chosen president, Antonino Macciocchi was Loreto,
vice-president, Joseph Corsetti was Luigi, secretary of correspondence and finance,Brown Giovan Battista was Joseph, treasurer, Joseph Guida was Anthony administrator,(or mayor), Domenico Sarrecchia was Luigi, administrator, Pasquale Ciccolini was Angel,portabandiera, Bernardino Toto, marshal, Vincent Ascione was Angel,Pasquale Gates it was Joseph, Cross Cappuccitti, Pasquale Catenaro of Angel,Anthony Cianfarani, Giovanni Cianfarani, Raffaele Cianfarani was Phillip, Savior Ciccolini,Giulio Ciccone was Angel, Donato's Costantino Corsetti, Bonaventura Guadagni, Loreto Guadagni
of Domenico, Vincent Guadagni was Luigi, Giovanbattista Marrone was Amedeo, Charles Minolli,Anthony Rea, Ferdinando Rea was Mark, Joseph Sarra was Pietro, Anthony Scappaticci was Francis,Joseph Scenna was Michael, Valentine Simone, Domenico Tersigni of Daniel and Joseph Tersigni of Daniel.
They were 31, "all residents of Detroit Mich., S. U. A." The purpose that they proposed him of  to reach, was equal to that of the affiliate to the other Societies Workers:
to help himself/herself/themselves to story in case of need (death, illness, unemployment etc.).
Since then the providences didn't exist of which today all indiscriminately usufruiamo:
indemnity of unemployment, paid vacations, family checks, dismissal for illness remunerated,liquidation for end of the relationship of job, pension of old age or invalidity,
free sanitary assistance etc. etc. they were all unknown things, unimaginable,he/she anchors a lot of there to come. Then each was remunerated in base to the worked days
(not to the hours, since he almost always worked from the dawn to the sunset, in all the regions  and in all the seasons). Her days not worked (for maltempo, illness or other motives)
you/they were not remunerated. So the problem was that to always work and however and, if  possible, also in the festive days (but the Church forbade him/it).

Every serious and responsible worker especially if it had to load a numerous family,it never forgot to fervently beg himself/herself/themselves to the eternal Father so that it gave him the health  to keep on working. Since he/she knew, the unhappy one, that if you/he/she had been forced to  interrupt the job, every pay would be stopped for its family and he you/he/she would be fallen  in the blackest indigence. But obviously the eternal Father listened always not to the prayers  what you/they were turned him (we know well that the sketches of God are completely different from  those conceived by the human mind); so illnesses, unemployment, military service and  old age they were there always, behind the angle, to persecute and to make difficult
the worker's existence. Lost the job and meeting place to the desperation him, if it was able,it went to ask help to whom found under best conditions, hocking what  it possessed: some laundry, some gold, a field, a cottage.
But since to the expiration he/she didn't succeed in returning how much you/he/she had had in loan,it also lost what had hocked. It is poverty it was added to poverty.
Belonging to the Society Worker, instead, the partners could live with relative calm,since they knew that, in case of need, you/they would have received a help, if not decisive,at least sufficient not to die day hunger.
Various they were the forms of assistance.
In case of illness, if totally unable and forced in bed, the partners received in the first ones  three months 35 weekly liras (beginning from the seventh day of illness), for other three months 25
weekly liras, for the following 3 months 15 weekly liras and for the last three months liras 7,50.
If they were in bed instead forced and you/they could make " the jobs of house or direction  in the country", they received halves the benefits above specified: liras 17,50  in the first three months, 12,50 in the following three months etc.
However there was a limit: who in one year it had usufruito of all the benefits above suitable,for the following two years, beginning from the last benefit, you/he/she could not receive others of it.
Over that of the benefit, the sick partners were able usufruire of three weekly medical visits,"if necessary". In 1929 doctor Domenico Porfidia, physician duct of the country, hocked him
to take care of "of any illness the partners all of the society worker of mutual help  of Pescosolido" behind a remuneration annual forfettario of 200 liras 
"what the partners' subscription all in case of illness",
Beginning from 1931 the medical visits were also wide to the family ones.It was still doctor Porfidia that hocked him to lend her, but to condition that the family ones  they did "subscription through liras ten to head ".

 

 

 

( traslate by  L&H Power Traslator )